Biografia
Da più di 30 anni Leslie ha insegnato a bambini e aduli le basi della gestione da terra del cavallo, come montare e come curare la sua salute. Conosciuta sul piano internazionale dal 1996 come insegnate degli insegnanti, istruttori, addestratori professionisti, allevatori, cowboy, polizia a cavallo, veterinari e maniscalchi si rivolgono a lei chiedendo aiuto per i loro cavalli e per quelli dei loro clienti. "Le persone che mettono molto impegno coi loro cavalli di solito riescono ad andarci d'accordo e li maneggiano e montano discretamente bene.," dice Lesile. "Quando le cose non si svolgono come dovrebbero allora giova avere un altro paio di occhi ed orecchie."
Oltre alla su passione per l'equitazione e l'addestramento dei cavalli che dura da tutta la vita, dagli inizi degli anni '60 la sua vita è stata anche riempita da pony, muli e cavalli da tiro. " E' divertente pensare a come arriviamo a vedere questi animali. Sento che un certo pony è viziato. La maggior parte di quelli che ho visto non lo erano. O che il mulo è testardo. Ho visto muli che erano confusi, arrabbiati, dormiglioni, gioiosi e seri. Non riesco a ricordarne di testardi. E ci sono cavalli da lavoro qua e là, a cui non piace lavorare. Ne ho visti molti esausti molto al di là dei loro limiti fisici per il lavoro richiesto, solo per vederli spinti ben al di là di questo. Il titolo affibbiato a uno di questi animali cambiò nel giro di una notte da "pigro" a "pericoloso", e nessuno lo ha messo in dubbio. Sfortunatamente una gran percentuale di questi animali si portano appresso dei titoli dannosi che gli sono stati attribuiti da persone con buone intenzioni ma che non capivano. Oggi giorno è normale che le persone comprino un cavallo che è al di là delle loro capacità e scaricano la colpa sul cavallo quando le cose non vanno per il verso giusto. Dal momento in cui qualcuno commette il primo grande errore con loro, fino alla loro fine, troppi cavalli intimoriscono e sono intimoriti. Se i proprietari o chi li governa avessero migliori opportunità per imparare quando hanno bisogno di aiuto, molte di queste creature potrebbero oggi portare gioia ai loro proprietari e si potrebbero anche guadagnare da vivere in altri modi. Le organizzazioni di soccorso sono dei rifugi per le tasse molto popolari, e molti sono organizzati da gente che vogliono sinceramente aiutare il cavallo. Determinare come aiutarli può essere un compito quasi impossibile a meno che ci sia una persona sotto mano che abbia il tipo di esperienza adatta," Disse Lesile.
Un po' di storia...Cavalcate e periodo in Vermont, con Ivan Taylor
Lesile è nata in Germania da genitori Americani ed è cresciuta nelle campagne del New England. Nel 1958 qualcuno la mise a cavallo di un pony al pascolo in Billerica, Massachusett, il quale scappò via pancia a terra.
Quattro anni più tardi, nell'estate del 1962 ebbe la sua seconda cavalcata e lezione con il suo mentore più importante. Ivan Taylor, un uomo di cavalleria in pensione di Manchester, Vermont, il quale aveva superato gli 80 anni quando si incontrarono. Per molti anni si occupò della sua piccola scuola di equitazione sulle rive del fiume Battenkill dietro alla zona fieristica. Indossava un unico stivale nero che era sempre impeccabilmente lucido ; perse la sua gamba sinistra per una ferita riportata nella Prima Guerra Mondiale. Ivan era un uomo di cavalli di successo e il modo gentile in cui ha insegnato a Lesile di cavalcare i pony veloci fece una grande impressione. "Quando prendevano la mano Ivan aspettava che gli sfrecciassimo davanti prima di offrire consigli. Se non riuscivo a riprenderne il controllo dopo un po' di tempo, lui agitava il suo bastone in aria e quello faceva si che spostassi la mia attenzione e cambiassi i miei propositi abbastanza da allineare il corpo del pony così che mi portasse da Ivan per ascoltare cosa avesse da dirmi. Non l'ho mai sentito alzare la voce, e non l'ho mai visto colpire un animale. Tirare sulle redini non era tollerato, e il piccolo frustino che procurava quando montavamo sui pony più lenti doveva essere portata davanti e sopra al pomo, senza eccezioni.
"In quel periodo ero molto presa dalla lettura di Black Beauty e la sua vita dura in Inghilterra. Non avendo capito allora che l'autrice, Anna Sewall, era deceduta molto tempo prima, le avevo scritto ringraziandola di averci fatto sapere di quella situazione. Mi ero preoccupata davvero tanto per Black Beauty. Più tardi lessi libri che parlavano di cavalli ma con un finale più felice. (Tra il 1964 e il 1967 autrici Margherite Henry (Misty of Chincoteague; All About Horses; Stormy, Misty's Foal, etc) e C.W. Anderson (Heads Up, Heels Down, etc) sono diventate amiche di penna che rispondevano alle mie domande sulla cura e gestione del cavallo dopo che Ivan passò a miglior vita.)
"Nelle manifestazioni al parco fieristico Ivan riusciva a sottolineare talmente tanti piccoli dettagli che i cavalli da tiro e i muli erano in grado di leggere in un uomo," dice Lesile. La portava al giorno di apertura della manifestazione di mezza estate a guardare i cavalli da tiro. Dopo un po' di tempo si spostava a guardare altre competizioni e a fare visita ai vecchi compagni che si radunavano tra la pista e il campo per scommettere sui cavalli. "Stavo lì a osservarli per ore mentre squadra dopo squadra si cimentavano a competere. C'erano Pecheron, Belgi, Suffolks e tiri di eleganti Shire. Gli ottoni delle imbracature scintillavano, le tracce odoravano di olio, le catene tintinnavano mentre gli enormi carichi scattavano in avanti. Sotto il sole i muli e i cavalli tiravano con tutto il cuore fino a che uno sforzo finale non metteva fine a tutte le imprecazioni e le frustate.. I tiri vittoriosi venivano staccati, riattaccati e riaccoppiati per le eliminatorie." Questo si protraeva per tutta la mattinata. "Le zavorre si moltiplicavano sempre più mano a mano che il giorno avanzava ; non c'erano più interruzioni alle imprecazioni. Gli spari, lo schiocco delle fruste, il sudore che scendeva in piccoli rivoli di fango dai finimenti e le imbracature fino ad arrivare ai nodelli," disse. Queste competizioni duravano tutto il pomeriggio. "Fino ad allora non ero mai stata testimone di così tanto azione tutta per conto mio e ne volevo fare parte in qualche modo, così mi avvicinavo finchè potevo. Schizzi di tabacco masticato mi sfioravano a destra e sinistra sparendo in piccole esplosioni di polvere ai miei piedi. Loro mi dicevano "Fai attenzione, ragazzina" Il denaro cambiava di mano rimanendo appeso a braccia tatuate, le quali erano attaccate a corpi che puzzavano talmente da pizzicarmi il naso. I miei occhi rintracciavano il tragitto di un linguaggio scurrile fino alle bocche sdentate che stringevano con forza mozziconi di Camel senza filtro, sigari da 10 centesimi che si consumavano lentamente e pipe di grano turco ormai masticate. Nessuno mi reggeva lo sguardo e ho lasciato quella scena, furiosa, e in cerca di Ivan.
" Lo raggiunsi mentre chiacchierava all'ombra. Gli dissi che speravo che ogni singolo cavallo presente riducesse in brandelli a furia di calci quei volgari fustigatori di cavalli. Era impegnato ma l'ho pregato comunque di venire con me, e venne. Io pensai che Ivan era un esperto nel prendersi cura delle ferite, e volevo che si occupasse delle fiaccature sanguinanti larghe 2 centimetri che i conduttori di quei cavalli erano riusciti a provocare sulle schiene, le zampe e i fianchi. Dopo che si lasciò condurre dove volevo mi prese da parte e mi mise a sedere. Mi spiegò che quegli uomini erano limpidi coi loro cavalli. Ivan mi disse che quei cavalli erano a conoscenza delle cose buone nelle persone cattive e delle cose cattive nelle persone buone. Non gli credetti quando mi disse che quei cavalli amavano quegli uomini e che sicuramente sarebbero stati presi a calci se non fosse così. Passarono anni prima che capissi la verità nelle sue parole. In un'altra occasione disse che non si dovrebbe bere alcolici in presenza di cavalli perché le persone cambiano troppo perché il cavallo possa capire cosa succede. Disse che c'erano alcuni addestratori alcolizzati che avevano cavalli molto pericolosi e altri no, ma non era per merito di un buon addestramento, semplicemente perché i cavalli erano buoni. Ivan era solito chiamarlo "coraggio da bottiglia" e sosteneva che non si trattava di addestramento se si doveva ricorrere alla bottiglia per averne il coraggio."
Un paio d'anni più tardi Lesile imparò di più sui cavalli grazie ad un vicino che era stato formato nella "vecchia scuola."
" In questo caso, per vecchia scuola si intende un intenso uso della frusta, speroni, urla, e il lavoro alla corda con costrizioni intorno alla bocca, testa, collo e spalle. C'erano leccornie e biscottini offerti dalla mano. Le poco realizzabili aspettative dell'istruttore hanno fatto si che mettessi sempre più pressione sulla vecchia Lesile Desmond. La penso in questi termini perché fu allora che mi separai dalla Lesile Desmond che io e i cavalli conoscevamo prima, per cui mi amavano, e la Lesile Desmond che ero diventata e che non mi piaceva durante le sessioni "non-chiedere-ma-fai -quello-che -ti-ordino. La avevo scambiata per i risultati veloci e sciatti per cui mi premiava. Questo accadde col mio primo cavallo. Per guadagnarmi il suo rispetto e la sua approvazione mi comportavo con lui più duramente di quanto lui facesse con me, fino a che un giorno, lo fustigavo più forte che potevo perché galoppava sempre più veloce mentre io volevo trottare, allora, la verità mi colpì all'improvviso. Avevo compromesso una preziosa amicizia solo per fare piacere al mio vicino. La parte peggiore fu che il mio cavallo era totalmente disincantato nei miei confronti, ed era egualmente confuso riguardo a tutto ciò che gli chiedevo."
All'età di 9 anni abbandonò il programma di addestramento del vicino e ricominciò a montare veloce e per divertimento, saltando praticamente tutto ciò che le si parava davanti. In questo modo recuperò velocemente fiducia in se stessa e riparò l'amicizia che aveva con il vecchio Purosangue baio di nome Brown Jug. Poco tempo dopo cominciò a competere con uno stile tutto suo.
"Imparai praticamente a memoria i cataloghi di Kauffman e della Miller Harness Company. Erano di New York. Volevo vestire come quelle ragazze alla moda e cavalcare come loro. Il mio cavallo non somigliava per niente ai modelli che usavano per mostrare l'equipaggiamento dei saltatori o delle cacce, suppongo che fossero il migliore del mondo, e io non potevo nemmeno passare come un parente lontano di quei cavalieri. Così facevo finta che Brown Jug fosse l'amico di Black Beauty, il famoso saltatore venuta dall'Inghilterra, e che io ero il suo allenatore. Quella mattina mi intrecciai i capelli al buio, mi vestì con la gonna quadrettata, i pantaloni khaki e le scarpe di mio fratello. Brown Jug non aveva le scarpe ma questo non aveva importanza. Percorremmo le sei miglia di strade di campagna e ci introducemmo nell'arena al concorso annuale di Grange. Nessun numero, nessuna fermata all'ufficio, nulla -e questo perché l'unica gara che avesse un nome che potessi capire si stava già svolgendo. Stavo letteralmente scoppiano di orgoglio quando Brown Jug si piazzo quinto nella corsa delle patate quel giorno. Usai lo stesso stratagemma d'allora in poi ad ogni concorso e funzionò a meraviglia."
Lesile si piazzò sempre negli anni seguenti, partecipando sia alla categoria juniores sia alla categoria open di salto ostacoli ai concorsi locali e regionale del Massachusetts, Connecticut e del mid-west dopo che la famiglia traslocò. All'età di 13 anni Bill Burton ebbe una grande influenza su di lei.
"Bill Burton mise a fuoco, per come lo capì io, quattro punti basilari: Gambe, Base, Corpo Superiore, Equilibrio. Sosteneva che se possedevi questi quattro gli altri due erano assicurati: mani indipendenti e non interferenti, ed una linea visiva intatta. Ci allenò duramente. Qualsiasi ostacolo proponesse io lo saltavo, in qualsiasi condizione climatica, su qualsiasi tipo di terreno. In retrospettiva, secondo alcuni standard più conservativi di oggi e dal punto di vista della società litigiosi che siamo diventati, questo approccio risulterebbe troppo entusiastico per coloro che non condividevano il suo ottimismo. Senza nemmeno menzionare alcun tipo di riscaldamento, riscaldava noi e le nostre cavalcature che rimanevano in stalle 24 ore su 24 per 7 giorni la settimana, facendoci saltare ostacoli fissi da 90, 100 cm, e a volte finire le lezioni con ostacoli di 120, 150 cm senza barriere a terra o inviti. Durante i tre anni che trascorsi con lui non mi feci mai male e non ho mai visto altri allievi o cavalli farsi male. Quelle lezioni due sere la settimana per la modica cifra di tre dollari erano un sogno divenuto realtà per una ragazzina di campagna i cui primi ostacoli erano costruiti con canne di bambù e due consunti sgabelli da bar.
Burton sperimentò incessantemente con noi. Alla fine scopri cosa ci volesse per mettere questa persona su quel cavallo, o un'altra persona su questo cavallo, così da dimostrarlo e farlo comprendere al resto della classe per far capire, per esempio, il modo migliore per cadenzare un cavallo, aggiungere una falcata, saltare più ampio, o più alto, prima di accelerare in una curva, o dopo la decelerazione e poi, voltando a 90 gradi nella direzione opposta ma mantenendo lo stesso galoppo per raffinare i dentro-fuori, prima di accelerare per un triplo, e girare in aria per preparare e rafforzare un fine percorso eccellente sopra un oxer e coop. Tutto ciò ad un galoppo riunito verso il cancelletto di entrata, senza accelerare il passo, e tutto ciò sul cavallo che scappò di mano e saltò fuori dall'arena dopo l'unico percorso netto del concorso precedente. Poi ci faceva cambiare galoppo e rifare il percorso a rovescio, eliminando gli oxer ma a volte inserendoli comunque. Tutto dipendeva dalla giornata, l'esperimento, e le sfide che prendeva chissà da dove. Rimanevo senza parole durante quelle cavalcate. Erano come giocare a scacchi ma dal dorso di un cavallo."
" Non deve sorprendere se nelle lezioni che avevo programmato per i ragazzi che montavano con me quei pomeriggi in quegli anni a New Marlborough, contenessero il suo spirito. Burton aveva acquistato la padronanza di un arte che influenzava cavalli e cavalieri nello stesso modo. Offriva incoraggiamento, ma solo fino ad un certo punto. Non si dispensavano molte lusinghe in quel posticino ma sapevo, anche a quel epoca, quanto fosse importante il suo modo di allenare poichè tutti i suoi allievi avevano una cosa in comune. Erano sicuri. Il problema che cominciò ad affliggermi era nelle gare di velocità nelle gymkane. Perdevo tempo nelle girate. Avevo bisogno di un aeroporto per poter girare al galoppo ma sapevo che i cavalli che montavo allora eseguivano delle girate superbe a tutta velocità quando non li cavalcavo. Quando correvano liberi nei campi con i loro compagni non avevano alcun problema, zero, a eseguire i 180 gradi a piena velocità senza interruzioni. Assolutamente nessuno problema. Corri, alt, gira, corri ancora. Volevo provare quello, volevo che anche i miei allievi provassero quelle sensazioni."
"I cavalli che montavo allora erano molto atletici, non importava se mi stavo solo divertendo nei campi o a passeggio per i boschi con amici che montavano nello stesso modo in cui montavo io, o se mettevo alla prova la mia abilità di condurre un cavallo sopra ad un grosso ostacolo. Erano in forma. Ma non importava cosa facessi, non riuscivo a far fare a loro le cose che facevano gloriosamente da soli e questo mi toglieva il sonno la notte. Mi dava davvero fastidio. Pensavo che fosse strano all'epoca, ma ero felice quando qualcuno mi portava un cavallo problematico su cui altri si erano arresi. Per la maggior parte erano cavalli giovani a cui non si era dato il tempo sufficiente per comprendere le cose fondamentali come lo stare fermi mentre si monta e si smonta da sella, il lasciarsi sollevare i piedi o il passare attraverso i cancelli, oppure l'accettare senza scenate la testiera e la sella. Questo a metà degli anni '70, nel mid-west, e c'era molto lavoro lento da fare come insegnare a seguire alla corda e stare legati e così via."
"Dopo alcuni mesi cominciarono ad arrivare alcuni cavalli difficili, uno che mordeva, calciava e ti strappava la lunghina di mano un attimo prima di dare il giro e finalmente, finalmente i pony viziati arrivarono e anche loro mordevano, calciavano e scappavano via prima di caricati e investirti quando li mettevi in un angolo. Avevo l'impressione che questi cavalli arrivassero ad ondate o a gruppi con una "uguaglianza", come se tutti sapessero cosa avevo necessità di imparare e si fossero messi d'accordo di trovarsi lì nello stesso momento. Poco tempo dopo arrivò un altro gruppo, e questi erano gli ex- piccoli e adorabili cavalli da tiro, ormai senza un lavoro e ingrassati, divenuti aggressivi/difensivi; a tenergli compagnia arrivarono i fuggitivi che miravano e decollavano ma che sapevano anche saltare molto bene, così cominciai a sperimentare anche con loro. Ho tentato tutto ciò a cui sono riuscita a pensare quando, appena dopo, arrivarono più di una dozzina di Morgan e Arabi da esposizione profondamente irritati e che mostravano problemi similari."
"Alla fine cominciai a riconoscere uno schema. Non riguardava una razza. Neanche la genetica, o il sesso, e neanche l'età o la condizione, o la monta Inglese o Western, o qualsiasi cosa che pensai in precedenza. Le girate e gli alt erano inesistenti da un punto di vista pratico. L'arretrare e l'avanzare erano le prerogative del cavallo e di solito venivano offerti come una reazione di evasione ad una richiesta per la manovra opposta. La stessa cosa valeva per destra e sinistra. Io chiedevo di andare a destra e tutti spingevano o tiravano per andare a sinistra. Non importava se li stavo conducendo con capezza e lunghina, o se li montavo nell'arena o fuori. Quando mi aspettavo di girare a sinistra ottenevo l'equivalente di un incontro di lotta libera dove loro decidevano di portarmi a una brusca e veloce girata a destra. Cosa mi colpì fu la terribile confusione che avevano in testa, anche se non sapevo cosa farne all'epoca. E la fretta che avevano addosso può essere ben descritta come panico. Anche se non lo potevo provare, avevo il sentore che lavorando con questo tipo di cavalli stessi prendendo la strada più breve per arrivare alle risposte delle mie domande che mi tormentavano da quando Ivan morì 15 anni prima. (Vedere sotto alcune foto di Lesile risalenti a quel periodo.)
Segnale del Cavallo: New Marlborough, Massachusetts
Nel 1984 Leslie fondò il Segnale del Cavallo, una scuola di equitazione nel Massachusetts occidentale dove offriva corsi di base di governo, cura, e gestione di scuderia per principianti sia adulti e bambini. I programmi offrivano lezioni di monta a pelo, Inglese e Western per coloro che volessero diventare guide di escursioni, fantini, giocatori di polo o star dell' arena.
"A quei tempi stavo facendo contemporaneamente diversi lavori e odiavo ogni minuto che dovevo impegnare in qualcos'altro invece che trascorrerli con i miei cavalli e gli allievi meravigliosi che trovavo lungo il mio cammino. Ero costantemente alla ricerca di allievi che mi avrebbero permesso di affinare le mie tecniche di allenatore. Conosco ancora un bel gruppo di quei ragazzi, ora adulti, e scherziamo ancora sulla quantità di lavoro che gli facevo svolgere prima di cedere e concedergli una "cavalcata potente". Queste cavalcate erano sperimentali e decisamente un esame di abilità e coraggio. L'idea era di provare l'esperienza di un galoppo a piena velocità, sul cavallo più veloce che possedessi, senza potersi reggere a nulla se non la criniera, e questo soltanto se fosse assolutamente necessario. Avevamo accesso ad una infinità di campi da fieno, mais e strade di campagna ampie e ben curate che serpeggiavano tra boschi fitti. Questi percorsi avevano un fondo perfetto e molte curve repentine. C'erano rami bassi, guadi, muri di pietra, tutto insomma."
"E' un peccato vedere che la gente si arrende quando le cose si fanno difficili, e a me fa piacere aiutarli a superare la soglia della mediocrità. Un cavallo ci può mandare messaggi super sottili con le orecchie e gli occhi; comunica delle sfumature di impressioni che rifelttono la sua percezione delle nostre azioni. Queste impressioni si manifestano sul suo muso e nel suo modo di respirare. E' normale per le persone di sorvolare su queste indicazioni. Ma se vogliamo progredire con il nostro cavallo dobbiamo affinare le nostre tecniche, aumentare la nostra consapevolezza, e dotarci di più pazienza, dato che queste cose sono di importanza critica per il cavallo se vogliamo ottenere da lui movimenti accurati e precisi con un portamento corretto e un buon tempismo."
"Dopo che ho osservato un a persona governare o montare per un po' di tempo, faccio del mio meglio per aiutare la persona a comprendere gli sforzi da parte del cavallo per stabilire un canale di comunicazione. La maggior parte delle persona lo apprezza moltissimo. Soltanto alcuno non lo apprezzano. Qualsiasi persona che confidi nell'uso della forza o della paura per ottenere l'obbedienza sottomessa si troverà, prima o poi, a vedere di più, sentire di più, conoscere di più e ottenere di più dal proprio cavallo per mezzo della sensazione (feel) con un minore intervento se la loro intenzione ultima non sia la dominazione del cavallo. Insieme cerchiamo di individuare il modo migliore per aumentare la consapevolezza circa le immediate reazione del cavallo. Soltanto questo può aiutare alcune persone a migliorare la loro attitudine al feel (sensazione) e affinarlo per andare bene a quel particolare cavallo. Quando ciò dovesse capitare, e accade molto spesso, ciò che si richiede al cavallo diventa assolutamente chiaro. E allora tutti si sentono soddisfatti. Importa poco se il cavallo stia indossando una sella Inglese, un maniglione da volteggio, i finimenti da carrozza oppure nulla."
"Sono felice di dire che oggi giorno è opinione diffusa che la maggior parte dei problemi che si trovano ad affrontare le persone di cavalli non dipendono, per la maggior parte, dal cavallo. Il colpevole più comune è la mancanza di tempo dovuta ad una agenda piena di impegni. Questo si intreccia bene con un altro luogo comune : "non c'è abbastanza tempo". Se si aggiunge una dose di pressione personale, ansia finanziaria , o magari una esperienza inadeguata per il cavallo in questione, si fertilizza così la radice di molti problemi," dice Lesile. " Se poi si condisce il tutto con le pretese irrealistiche di alcuni clienti , una dose di critiche da colleghi o capiufficio, è quasi inevitabile che la comunicazione con il proprio cavallo si deteriori. Il tempo è tutto ciò che il cavallo possiede. La validità della prospettiva che il cavallo ha su di noi è così facilmente dimenticata. Lo scopo dell'esercizio, quando il cavallo non si comporta come desiderato, è di chiarire l'influenza che può aver avuto il comportamento umano su di lui - comportamento presente o passato- se volgiamo ottenere un miglioramento duraturo nelle sue risposte."
"I cavalli comprendono il feel (sensazione) E' la loro stessa lingua. Anche gli umano hanno un feel (sensazione) , anche se è un feel (sensazione) umano, ed è molto diverso dal modo di comunicare che hanno i cavalli, ma può essere adattato abbastanza facilmente perché le nostre intenzioni diventino chiare. In qualsiasi momento, le azioni del cavallo rispecchiano il suo punto di vista. Quando questo viene alterato dalla presentazione del feel che ha significato per il cavallo, il suo comportamento migliora sempre. Per ciò è molto importante ritagliare il modo di addestrare e di andare d'accordo col cavallo su misura ad ogni cavallo di modo che gli vada a genio. I cavalli pensano, si muovono e vedono in modo diverso da noi. Sono metabolicamente e socialmente differenti dall'essere umano. La loro fiducia in noi può migliorare tantissimo e rapidamente quando siamo in grado si comprendere bene le loro reazione da noi meno gradite in risposta alla loro vita in cattività. Quando un cavallo è chiaramente compreso e si effettuano modifiche per accondiscendere sia ai suoi istinti naturali che il suo profilo mentale e psicologico individuale, allora sarà molto facile per lui riuscire nel compito che gli assegniamo."
Gli Anni In California.... (continua)
Nel 1990 Leslie traslocò in California. Lì si è ri-addestrata da principio con informazioni da Tom Dorrance. Poi incontrò Ray Hunt e nei pochi anni dopo frequentò mezza dozzina di suoi clinic come cavaliere e anche come spettatore. Tra il 1991 e il 1994 prese parte a circa 30 clinic tenuti da Buck Brannaman e imparò ciò che poteva da Joe Wolter e Brian Neubert.
Nel 1995 Leslie fondò la Diamone Lu Productions per poter pubblicare la sua prima serie video in tre volumi, Horsmanship For Children. "Ho avuto l'ispirazione di produrre una serie istruttiva sul "come fare" da Ivan Taylor di Manchester, Vermont. Le lezioni che ho avuto con Ivan quando ero una bambina mi prepararono a provare piacere nel mio lavoro con le persone ed i cavalli," disse. Nello stesso anno fece conoscenza con Bill Dorrance grazie ad un amico comune, Ray Berta di Carmel Valley, California. Nell'arco di alcuni mesi portò i suoi allievi e i suoi cavalli da Bill diverse volte. Un giorno disse, "sai, un tizio scriverebbe un libro, se solo sapesse come fare."
Nel 1999, Lesile completò e pubblico "True Horsemanship Through Feel" con l'allora 93enne Bill Dorrance di Salinas, California. (vedi sotto per ordinare il libro). "Grazie ad Ivan, la grande conoscenza in materia che Bill mi offrì durante gli ultimi quattro anni della sua vita come sua allieva, mi colpì profondamente. Fu un onore per me che mi abbia chiesto di scrivere questo libro."
Fino alla fine del 2008 Leslie non farà apparizioni pubbliche frequenti negli Stati Uniti. Per ora lei è concentrata a sviluppare scuole di addestramento, manuali di equitazione, e attività di treking in Europa dove si offre ai clienti/allievi di imparare il "horsemanship through feel " ( equitazione attraverso la sensazione). Tuttavia torna una volta l'anno per la famosa celebrazione dei "Vaquero Days" in Descanso, California. Si possono prenotare corsi di governo del cavallo per studenti di mascalcia o di medicina veterinaria completando il modulo alla voce CONTACT LESLIE. Su base limitata, Lesile continua a seguire i suoi allievi.
Gli articoli scritti da Lesli sono stati pubblicati da diverse riviste negli Stati Uniti ed in Europa, e includono Ranch and Country, Hast Fynd, Natural Horse Magazine, e Western Horseman.
Per ulteriori informazioni riguardo alla serie video, consultate la sezione Video o il Video Order Form.
Notare bene :
Di tanto in tanto gli aggiornamenti che appariranno su questo sito rifletteranno lo sviluppo dell'interpretazione di Leslie sulla filosofia e le teorie applicate e gli esercizi che riguardano il suo impegno nel raffinare l'arte del horsemanship through feel (equitazione per mezzo della sensazione). Siete i benvenuti se volete scaricare questi aggiornamenti ed i suoi articoli dalla sezione Articles, ed anche i suoi contributi nell'archivio dei messaggi sul gruppo di discussione su internet conosciuta come "Billsbook" che è stata creata nel 1999 dai suoi allievi norvegesi.
La distribuzione e la pubblicazione, traduzione o commercio di True Horsemanship Through Feel, o la colonna sonora, testo e/o immagini contentuti nella serie video Horsemanshi For Children (Vol. 1-3) o gli articoli che appaiono sul sito web www.lesliedesmond.com e la Booklist collegata è espressamente vietato senza il consenso scritto, e costituisce violazione del Diritto D'Autore.